27 febbraio 2007

I mali d'Italia #3

Ed eccoci al terzo post di questa serie...decisamente inutile visto che la media dei commenti è ferma a 4 (2 miei e 2 di aniello)....ma voglio crederci e continuare ad occupare spazio prezioso sui server di blogger.com....

Questa volta parliamo (plurale retorico, n.d.R.) di informazione e di tg....vi linko un articolo di www.disinformazione.it:

http://www.disinformazione.it/manipolazione_opinione.htm


Ho finito di leggere questo articolo alle 19.59 : giusto in tempo per verificare le tesi dell'autore, che manco a dirlo, sono al 90% esatte: non riscrivo il testo qui, perchè sarebbe esteticamente ripugnante ( e anche perchè mi fracassso i "voisapetecosa")

Visto che l'articolo è lunghetto e ci vogliono una decina di minuti per leggerlo, vi lascio accendendo un cerino agli dei (provo con tutti, perchè forse uno solo non basta) per avere un paio di commenti in più... a voi (vedi parentesi di prima) il commento...

16 febbraio 2007

Test "infernale"



"Per me si va ne la città dolente,

per me si va ne l'etterno dolore,

per me si va tra la perduta gente.

Giustizia mosse il mio alto fattore:

fecemi la divina podestate,

la somma sapienza e 'l primo amore.

Dinanzi a me non fuor cose create

se non etterne, e io etterno duro.

Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate".



Scriveva così Dante Alighieri descrivendo la porta d'Ingresso all'inferno.

Girovagando un pò per il web ho trovato questo fantastico sito





dove attraverso delle domende vi viene pronosticato dove passerete la vostra futura vita di dannati: io l'ho fatto, e mi ha piazzato nel Limbo (il girone dei Virtuosi Non-Credenti, come lo chiamano sul sito)

Fatelo anche voi, è simpaticissima come cosa, e fatemi sapere in che girone vi mette....

11 febbraio 2007

I mali dell'Italia #2

Qualche giorno fa ho visto che sul blog di Beppe Grillo c’era un articolo che riguardava la liberà di stampa. Leggendolo, ho trovato un collegamento ad un documento, in cui l’associazione “Freedom House” valutava la libertà di stampa in ogni paese, attribuendole certo ranking, e poi classificava i paesi in base al loro ranking.

Aggiungo il link alla classifica, che potete trovare tranquillamente anche sul blog di Beppe Grillo (www.beppegrillo.com), che è

http://www.freedomhouse.org/uploads/Chart89File147.pdf

Voi direte: cosa c’è di tanto scandaloso in una classifica sulla libertà di stampa? Si sa che l’Italia è un paese libero. Ma quale c£”&% di paese libero! Vi sfido a trovare l’Italia in questa classifica…
Anzi no, ve lo dico io dove si trova: è classificata tra i paesi “partly free”, al 79esimo posto, a pari punti con un paese noto per essere campione di democrazia come il Botswana [frase sarcastica], appena dopo la Mongolia e appena prima della Repubblica Dominicana.
Ma come! Un paese dove alcune delle maggiori testate giornalistiche e le tre più grandi reti televisive sono sotto il controllo di un’unica persona, un paese dove non è possibile vedere un po’ di televisione senza imbattersi in discussioni banali e banalizzate, oppure in reality show popolati da un ammasso di vegetali decerebrati, un paese in cui i servizi dei telegiornali, su questioni politiche (come ad esempio una nuova legge) espongono i commenti dei politici, ma non c’è un solo maledetto giornalista che parli della legge in questione, può mai essere questo un paese parzialmente libero, per quanto riguarda la libertà di stampa?[frase sarcastica]
Voglio aggiungere: sono 3 mesi che si parla di coppie di fatto, e da almeno un mese troviamo una decina di articoli nuovi al giorno su vari giornali (come la Repubblica, o il Corriere, mica bruschette) in cui la Chiesa spiega perché non si possono fare le unioni di fatto, e poi su Avvenire troviamo scritto che “si vuole imbrigliare la Chiesa”……..si vuole imbrigliare la Chiesa?! A me non sembra che alla Chiesa sia stato impedito di parlare…anzi, tutt’altro…
Ma poi, se andate sul blog di Aniello potete leggere degli spezzoni di un fantastico articolo tratto da “il Giornale”….è abbastanza eloquente senza bisogno di ulteriori commenti…
Giusto per restare in tema di “Giornale”, nella nostra scuola ogni tanto distribuiscono GRATUITAMENTE dei libri, assolutamente schierati politicamente a destra, che dovrebbero contribuire a formare una coscienza politica nei giovani. Uno di questi libri è scritto dall’editorialista del “Giornale”, Alessandro Corneli.
Vi recito la didascalia di una immagine: “in bianco il mondo libero, in grigio il blocco comunista”: come sarebbe a dire “mondo libero” e “blocco comunista”? Che cosa significa “mondo libero”?
Ho provato a leggere questo libro (nonostante la sua manifesta faziosità), ma ci ho rinunciato, perché non sono riuscito a leggere più di due pagine senza trovare qualcosa da contestare. E questo dovrebbe formare la coscienza dei giovani?
Cito un passo, secondo me scandaloso se il libro vuole avere la funzione di formare le coscienze:

“In questi ultimi anni in Italia, abbiamo assistito, nel 2001 […] alla vittoria della coalizione di centro destra (La Casa delle Libertà), i ci slogan più famosi ed accattivanti erano “meno tasse per tutti” e “riforma dello Stato”. Cinque anni dopo, la vittoria è andata alla coalizione di centro sinistra, i cui slogan più famosi ed accattivanti erano “Berlusconi ha fatto le leggi a proprio favore” e “l’Italia è in declino a causa della politica del governo Berlusconi”.
Ora, è chiaro che un’analisi approfondita metterebbe in luce molti altri aspetti della situazione degli ultimi anni; ma nel voto si deve concentrare un giudizio sommario e alla sua formazione concorrono l’economista e la casalinga, il docente universitario e il metalmeccanico, il commercialista e il fruttivendolo, il libero professionista e l’impiegato statale e regionale”


Io sono allibito. Voi?

04 febbraio 2007

I mali dell'Italia #1

Ho deciso di dedicare una serie di post a tutto quello che va male in questo paese, non per altro, ma per vedere quanti articoli riesco a scrivere. L'idea non è nuova: mi frullava in testa già da un pò, ma negli ultimi giorni l'esigenza di concretizzare questo progetto è cresciuta enormemente.
Ho gà idee per 3 o 4 post, ma secondo me posso arrivare facilmente a 10. Questo è solo il primo.
Anche se lungo, è abbastanza semplice come contenuto, ci vuole solo un pò per leggerlo tutto.


Lo stadio e la "mentalità Ultras".

Per il primo di questa serie di post voglio proporre una discussione sui recenti avvenimenti di Catania, cioè sulla morte di un poliziotto a causa dei una bomba carta lanciata da alcuni tifosi del Catania.I fatti li sappiamo, e di cose ne sono già state dette tante, ma come spesso accade in Italia tutti o quasi ricadono nella solita retorica e nessuno riesce a fare una analisi seria e puntuale dei fatti. Questo è quello che voglio provare a fare io: una analisi dei fatti, quanto più oggettivamente sia possibile.
Innanzi tutto dobbiamo chiarire un aspetto della questione: la crisi del calcio. Il calcio è in crisi, una crisi che non è nè economica nè finanziaria, ma è una crisi morale, di principi: Manca l'etica della sportività, della correttezza, e magari basterebbe un pò di onestà in più per risollevare la baracca. Non ci vuole un genio per capirlo, basta citare solo alcuni esempi, come gli ingaggi milionari, le società sportive in bancarotta, Calciopoli et cetera....
Ma finchè è questione di soldi, tutto ciò è ancora concepibile (concepibile, non accettabile): lo sappiamo tutti che alle mosche piace il miele. Quando poi in meno di una settimana un dirigente di una squadra dilettantistica (e sottolineo, DILETTANTISTICA) viene pestato da una banda di tifosi, ed un altro gruppo di tifosi fa scoppiare un casino in cui muore un poliziotto, allora non direi che il mondo del calcio va a rotoli, direi piuttosto che gia c'è andato a rotoli.
E questo è un dato di fatto.
Ora dobbiamo vedere da cosa nasce questa situazione. Secondo me tutto nasce da due componenti fondamentali, che a prima vista possono sembrare separate, ma che poi così separate non sono: i soldi che circolano in quantità smisurata e l'eccessività dei tifosi. Infatti, sono sempre i soliti "pochi imbecilli" che causano gli scontri, gli incidenti, i feriti.
Ma, pensandoci bene, perchè nel mondo del calcio dovrebbero circolare troppi soldi? Da dove arrivano?Ricordando Marx, il capitale è investito per ottenere altro capitale, quindi, come è possibile dedurre anche senza tirare in ballo Marx, se tutti questi imprenditori investono nel calcio vuol dire che ci si guadagna "una barca di soldi": e questo perchè la gente guarda le partite allo stadio, in tv, segue le boriosissime discussioni di quelli che io chiamo "i filosofi del calcio", gente pagata per dire fesserie e per azzuffarsi (ma sì, tanto si fa scena!); la gente tifa, la gente compra le magliette, i cappellini, la gente ha la sua "FEDE CALCISTICA". La gente, la gente, la gente....
Se circolano soldi nel pallone, è perchè la gente ama il calcio; per gli imprenditori che riscoprono dopo tanti anni la loro "fede calcistica" (vedi Gaucci, Luciano e De Laurentiis, Aurelio [non me ne voglia Aniello]) è fin troppo facile lucrare su questa passione. Passione che evidentemente è cieca se dopo tutte le schifezze che ogni anno si susseguono c'è ancora gente che va allo stadio. Personalmente, da quando ho saputo di quella inchiesta di Report su alcuni "scheletri" della famiglia Pugliese, ho promesso di non andare più allo stadio, almeno finchè ci saranno i Pugliese oppure ci sarò io ad Avellino. Ma allora cosa c'è di tanto interessante in questo sport? Ce ne sono tanti altri...
Evidentemente dietro la passione c'è qualcosa in più.
Ricordando quando ci andavo anche io allo stadio ( perchè devo tristemente ammettere che ci andavo e devo ancor più tristemente ammettere che mi lamentavo di Zeman) mi devo chiedere: perchè andavo allo stadio? Per dire la verità, ci andavo perchè avevo trovato a terra un abbonamento alla tribuna (prezzo stimato:270 euro, che culo assurdo), ma certo anche perchè era un passatempo come tanti altri. Ma questo che vale per me, vale solo in parte per tanti altri. La curva è, in effetti, un posto dove si ammucchiano migliaia di persone e dove la presenza della polizia è molto limitata. Qualunque cosa faccia qualcuno in questa massa passa inosservata ed impunita, soprattutto se illegale. Ed ecco che iniziano a girare birre, spinelli, a volare insulti, slogan razzisti e così via. Lo stadio è una zona franca, dove la libertà è intesa nel senso più ampio del termine, dove ciascuno può fare ciò che gli pare senza limiti di sorta, e sfogare le frustrazioni accumulate nella settimana. Parafrasando Enrico Corradini, potremo dire che nello stadio "l'uomo civile è abolito, e ritorna l'uomo sincero allo stato di natura".
In altre parole, all'interno degli stadi si attua un regressione degli individui da "esseri dotati di ragione" ad "esseri che non ragionano". L'unica cosa che tiene unita questa accozzaglia di "esseri che non ragionano" è la comune "fede calcistica", il tifare la stessa squadra, e ciò con alcune importanti conseguenze:
- nasce uno spirito di campanilismo simile al nazionalismo, ma da esso diverso
- la razionalità viene messa da parte e si lascia spazio all' impulsività
- l'uso abbondante di sostanze psicotrope (alcool, ma soprattutto droghe leggere, più facili da introdurre) centuplica l'impulsività e la trasforma in bestialità.
Tutto ciò conduce come conseguenza logica alla violenza. La violenza è una conseguenza della concezione del calcio degli italiani. Una prova di tutto ciò è l'insofferenza dei tifosi per il mondo esterno allo stadio, cioè per le forze dell'ordine.
Ma se questa concezione ha un significato per il 25enne represso ed insoddisfatto, che si suppone abbia la maturità di capire che fuori dallo stadio il mondo è diverso, ha tutto un altro significato per l'adolescente che frequenta ancora il liceo e che va con i suoi amici a vedere la partita. La concezione della vita da stadio viene mitizzata e sacralizzata, col risultato che le idee che circolano negli stadi diventano in alcuni casi dei valori di vita, e la prova di tutto ciò vive in svariate classi della mia attuale scuola; ecco che il campanilismo, il nazionalismo, la violenza, lo scontro, l'onore, la difesa della propria fede contro le altre diventano valori. Non so tu che leggi cosa ne pensi, ma a me tutto ciò ricorda qualcosa. Anzi, ricorda molto. Quelli che ho enunciato sono valori cari al fascismo. E difatti, a prova anche di questo, le tifoserie sono per la stragrande maggioranza di destra, tranne poche eccezioni come Livorno e Bologna.
Secondo me, mettere queste idee in testa a dei ragazzini tra i 14 e i 20 anni è pericoloso e non poco.
Voi cosa ne dite?