04 febbraio 2007

I mali dell'Italia #1

Ho deciso di dedicare una serie di post a tutto quello che va male in questo paese, non per altro, ma per vedere quanti articoli riesco a scrivere. L'idea non è nuova: mi frullava in testa già da un pò, ma negli ultimi giorni l'esigenza di concretizzare questo progetto è cresciuta enormemente.
Ho gà idee per 3 o 4 post, ma secondo me posso arrivare facilmente a 10. Questo è solo il primo.
Anche se lungo, è abbastanza semplice come contenuto, ci vuole solo un pò per leggerlo tutto.


Lo stadio e la "mentalità Ultras".

Per il primo di questa serie di post voglio proporre una discussione sui recenti avvenimenti di Catania, cioè sulla morte di un poliziotto a causa dei una bomba carta lanciata da alcuni tifosi del Catania.I fatti li sappiamo, e di cose ne sono già state dette tante, ma come spesso accade in Italia tutti o quasi ricadono nella solita retorica e nessuno riesce a fare una analisi seria e puntuale dei fatti. Questo è quello che voglio provare a fare io: una analisi dei fatti, quanto più oggettivamente sia possibile.
Innanzi tutto dobbiamo chiarire un aspetto della questione: la crisi del calcio. Il calcio è in crisi, una crisi che non è nè economica nè finanziaria, ma è una crisi morale, di principi: Manca l'etica della sportività, della correttezza, e magari basterebbe un pò di onestà in più per risollevare la baracca. Non ci vuole un genio per capirlo, basta citare solo alcuni esempi, come gli ingaggi milionari, le società sportive in bancarotta, Calciopoli et cetera....
Ma finchè è questione di soldi, tutto ciò è ancora concepibile (concepibile, non accettabile): lo sappiamo tutti che alle mosche piace il miele. Quando poi in meno di una settimana un dirigente di una squadra dilettantistica (e sottolineo, DILETTANTISTICA) viene pestato da una banda di tifosi, ed un altro gruppo di tifosi fa scoppiare un casino in cui muore un poliziotto, allora non direi che il mondo del calcio va a rotoli, direi piuttosto che gia c'è andato a rotoli.
E questo è un dato di fatto.
Ora dobbiamo vedere da cosa nasce questa situazione. Secondo me tutto nasce da due componenti fondamentali, che a prima vista possono sembrare separate, ma che poi così separate non sono: i soldi che circolano in quantità smisurata e l'eccessività dei tifosi. Infatti, sono sempre i soliti "pochi imbecilli" che causano gli scontri, gli incidenti, i feriti.
Ma, pensandoci bene, perchè nel mondo del calcio dovrebbero circolare troppi soldi? Da dove arrivano?Ricordando Marx, il capitale è investito per ottenere altro capitale, quindi, come è possibile dedurre anche senza tirare in ballo Marx, se tutti questi imprenditori investono nel calcio vuol dire che ci si guadagna "una barca di soldi": e questo perchè la gente guarda le partite allo stadio, in tv, segue le boriosissime discussioni di quelli che io chiamo "i filosofi del calcio", gente pagata per dire fesserie e per azzuffarsi (ma sì, tanto si fa scena!); la gente tifa, la gente compra le magliette, i cappellini, la gente ha la sua "FEDE CALCISTICA". La gente, la gente, la gente....
Se circolano soldi nel pallone, è perchè la gente ama il calcio; per gli imprenditori che riscoprono dopo tanti anni la loro "fede calcistica" (vedi Gaucci, Luciano e De Laurentiis, Aurelio [non me ne voglia Aniello]) è fin troppo facile lucrare su questa passione. Passione che evidentemente è cieca se dopo tutte le schifezze che ogni anno si susseguono c'è ancora gente che va allo stadio. Personalmente, da quando ho saputo di quella inchiesta di Report su alcuni "scheletri" della famiglia Pugliese, ho promesso di non andare più allo stadio, almeno finchè ci saranno i Pugliese oppure ci sarò io ad Avellino. Ma allora cosa c'è di tanto interessante in questo sport? Ce ne sono tanti altri...
Evidentemente dietro la passione c'è qualcosa in più.
Ricordando quando ci andavo anche io allo stadio ( perchè devo tristemente ammettere che ci andavo e devo ancor più tristemente ammettere che mi lamentavo di Zeman) mi devo chiedere: perchè andavo allo stadio? Per dire la verità, ci andavo perchè avevo trovato a terra un abbonamento alla tribuna (prezzo stimato:270 euro, che culo assurdo), ma certo anche perchè era un passatempo come tanti altri. Ma questo che vale per me, vale solo in parte per tanti altri. La curva è, in effetti, un posto dove si ammucchiano migliaia di persone e dove la presenza della polizia è molto limitata. Qualunque cosa faccia qualcuno in questa massa passa inosservata ed impunita, soprattutto se illegale. Ed ecco che iniziano a girare birre, spinelli, a volare insulti, slogan razzisti e così via. Lo stadio è una zona franca, dove la libertà è intesa nel senso più ampio del termine, dove ciascuno può fare ciò che gli pare senza limiti di sorta, e sfogare le frustrazioni accumulate nella settimana. Parafrasando Enrico Corradini, potremo dire che nello stadio "l'uomo civile è abolito, e ritorna l'uomo sincero allo stato di natura".
In altre parole, all'interno degli stadi si attua un regressione degli individui da "esseri dotati di ragione" ad "esseri che non ragionano". L'unica cosa che tiene unita questa accozzaglia di "esseri che non ragionano" è la comune "fede calcistica", il tifare la stessa squadra, e ciò con alcune importanti conseguenze:
- nasce uno spirito di campanilismo simile al nazionalismo, ma da esso diverso
- la razionalità viene messa da parte e si lascia spazio all' impulsività
- l'uso abbondante di sostanze psicotrope (alcool, ma soprattutto droghe leggere, più facili da introdurre) centuplica l'impulsività e la trasforma in bestialità.
Tutto ciò conduce come conseguenza logica alla violenza. La violenza è una conseguenza della concezione del calcio degli italiani. Una prova di tutto ciò è l'insofferenza dei tifosi per il mondo esterno allo stadio, cioè per le forze dell'ordine.
Ma se questa concezione ha un significato per il 25enne represso ed insoddisfatto, che si suppone abbia la maturità di capire che fuori dallo stadio il mondo è diverso, ha tutto un altro significato per l'adolescente che frequenta ancora il liceo e che va con i suoi amici a vedere la partita. La concezione della vita da stadio viene mitizzata e sacralizzata, col risultato che le idee che circolano negli stadi diventano in alcuni casi dei valori di vita, e la prova di tutto ciò vive in svariate classi della mia attuale scuola; ecco che il campanilismo, il nazionalismo, la violenza, lo scontro, l'onore, la difesa della propria fede contro le altre diventano valori. Non so tu che leggi cosa ne pensi, ma a me tutto ciò ricorda qualcosa. Anzi, ricorda molto. Quelli che ho enunciato sono valori cari al fascismo. E difatti, a prova anche di questo, le tifoserie sono per la stragrande maggioranza di destra, tranne poche eccezioni come Livorno e Bologna.
Secondo me, mettere queste idee in testa a dei ragazzini tra i 14 e i 20 anni è pericoloso e non poco.
Voi cosa ne dite?

4 commenti:

Aniello ha detto...

Io ne dico che anche se è intelligente e puntuale, la tua analisi fa qualche passaggio un po' forzato.

Innanzitutto, la presenza di polizia non è limitata, anzi è fin troppo abbondante: a Catania ad esempio c'erano 1500 poliziotti, ovvero uno ogni 20 persone. Un poliziotto ogni 20 persone è un'enormità.
Ad una partita di rugby ci vanno anche 20.000 persone ma il servizio d'ordine potrebbero farlo i vigili urbani... però allo stadio di calcio si fanno reati ed a quello di rugby non si butta neanche una carta a terra. Perchè? Il perchè l'hai descritto nei punti successivi tirando anche in ballo il fascismo, ma io punterei anche a qualche cosa di più pratico.
Lo stato di impunità per i reati commessi nella zona franca-stadio è dovuta all'inefficacia del sistema giudiziario italiano, perchè come ben sappiamo un tifoso che viene arrestato per guerriglia allo stadio si fa una notte in commissariato e poi ritorna a casa felice e contento, con un trofeo in più da esibire agli amici: un certificato di arresti domiciliari o un visto di rilascio da parte della polizia.

Diciamo che gran parte dei mali di questo calcio sono da imputare ai soldi che circolano e che De Laurentiis checchè se ne voglia dire ha sempre detto di non essere mai stato appassionato di calcio, di non voler speculare sulla passione altrui, ma di voler far sì che sopravvivesse e di sapere che era un businness. Lo sport non dilettantistico è un businness e vale per il calcio, il basket, la pallavolo, anche per le bocce... purtroppo se non girassero soldi nello sport, gran parte degli eventi non potresti vederli in TV, parlo delle olimpiadi(sponsorizzate dalla Coca Cola da tempo immemore) o dei mondiali, e forse alcuni di essi non sarebbero neanche organizzati.
Riguardo ai tifosi... beh sono la fetta minore di soldi che ricevono le società, Dazio. Diciamo che una squadra come il Napoli che porta allo stadio ogni domenica almeno 40.000 persone ottiene da questi un utile di circa 5 milioni di euro, mentre la tv gliene dà 20 e gli sponsor quasi altrettanti; quindi ancora ancora può reggere il discorso. Ma squadre come la Juve degli anni scorsi che facevano meno di 2 milioni di euro grazie ai tifosi allo stadio e quasi 500 per sponsorizzazioni e Pay TV, la cifra indotta dai tifosi era proprio ridicola.

Abbiamo mai provato a chiederci perchè quel che accade nel calcio in Italia non accade nel football e nel baseball in America? Oppure perchè non accade in Spagna dove non sono meno campanilisti di noi? O in Inghilterra i cui tifosi sono famosi per essere i più irrequieti del mondo?
La prima risposta di ordine psicologico l'hai fornita tu ed è valida. La seconda di ordine più pratico la fornisco io ed è come già accennato prima: repressione. Non mi piace questa parola, ma purtroppo in alcuni casi è una pratica necessaria. Se tu colpisci un poliziotto a piazza Libertà ti becchi 2 anni di galera, se lo pesti allo stadio, ti danno anche l'orsacchiotto omaggio. In un paese civile non funziona così, funziona che se colpisci un poliziotto allo stadio ti danno l'aggravante, ti fanno un processo per direttissima e ti raddoppiano la pena rispetto ad un reato normale.
Le cose in Italia non funzionano non solo per la mentalità, ma anche perchè ci sono organismi vecchi non capaci di essere elastici e sviluppare nuove soluzioni e perchè siamo sommersi dalla burocrazia.

Ciao ed alla prox

Dario ha detto...

Allora...quello che dici è giusto, devo ammettere che non sono stato molto chiaro in alcune cose...
quando dico che la presenza della polizia è limitata, intendo che i poliziotti non si mettono a controllare quello che portano i tifosi nello stadio nè si prendono la briga di rompere i coglioni se volano due insulti. Da una certo punto di vista forse non è troppo un male che la polizia non intervenga nel secondo caso, ma nel primo si.
Poi, il fascismo l'ho tirato in ballo come conseguenza (anche indiretta), non come causa della violenza: cioè io non dico che parte di quelli che si azzuffano lo fanno perchè sono fasciti, ma io dico che secondo me fascisti ci diventano indirettamente a partire dal fatto che si azzuffano.
E infine, sui diritti tv, quello che dico io è che se sky o mediaset compra i diritti del calcio a cifre esorbitanti è perchè la gente a casa guarda le partite, e questa gente anche se non rientra nella mentalità da stadio è comunque tifosa, altrimenti non guarderebbe le partite(ma almeno non vanno ad ammazzare i poliziotti). Però è anche grazie a loro che girano soldi nel calcio, e questo è colpa di chi lucra sull'amore della gente per il calcio, perchè fino a prova contraria non c'è nulla di male nel voler vedere una partita.
Il fatto è che si è esagerato...
Poi, sul resto hai pienamente ragione.

Aniello ha detto...

Un appunto a quello che ho detto lo faccio anche io.
Ho parlato di repressione, ma mi sono espresso male... spiego: per repressione non intendo l'aumento delle forze di polizia, ma la punizione severa dei reati.
Anzi, ritengo che la presenza di troppi poliziotti e spesso il loro intervento fin troppo tempestivo possa contribuire ad esasperare la situazione poichè crea delle zone militarizzate, dove sembrerebbe legale la guerriglia... rendono gli stadi dei veri e propri campi di battaglia nei quali i "celerini" non possono guerreggiare ma possono solo essere dei capri espiatori e possono essere colpiti dagli esagitati.

Infine la considerazine/proposta che mi permetto di fare è: tenete chiusi questi cakkio di stadi fin quando non sarete in grado di gestire la situazione. E lo dico da appassionato di calcio. Preferisco privarmi del campionato per un anno, preferisco aspettare altri 18 mesi affinchè il Napoli torni in serie A, ma per cortesia, non voglio più vedere schifezze come quelle di Catania.

Ma tanto lo so, che come si diceva prima, lo sport è un "bisiniss" (:-D) e quindi sarà impossibile fermarlo per più di due settimane. Peccato. L'ennesima occasione persa, dopo calciopoli, per fare un po' di pulizia

Dario ha detto...

Indovinate un pò chi hanno fermato per il casino di Catania....un militante di Forza Nuova...forse il collegamento che ho fatto tra violenza negli stadi e fascismo non è poi tanto campato in aria...